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Era un triste e piovoso Agosto quando andammo ad abitare ad Ennis, un paesino di venticinquemila anime nel cuore del county Clare, in Irlanda.
L'umidita' ti entrava nelle ossa e sciupava anche la piu' ostinata delle messe in piega.
Stavamo in una enorme casa rosa al numero uno di Victoria Court, dove ho trascorso i sei mesi piu' deprimenti della mia vita.
Anzitutto avrei voluto incontrare il proprietario per chiedergli in seguito a quale memorabile hangover avesse deciso di posare la moquette in uno dei bagni al piano di sopra ed il linoleum e squallide tende verticali nella camera da pranzo.
Immaginavo che la tipa dell'agenzia immobiliare, che aveva rifilato quel clamoroso pacco a mio marito, fosse una sventola coi fiocchi, visto che lui pareva non essersi accorto del fatto che non ci fosse la lavastoviglie, che il forno ignorasse completamente l'esistenza dei detergenti e che il bagno del pianterreno sprigionasse costantemente un sinistro puzzo di cherosene.
Per di piu' una bella mattina, mentre ero al piano di sopra ad allattare Alice, mi ritrovo per casa due individui che, senza dire una parola, tirano fuori i pennelli e si mettono a tinteggiare gli infissi. Uno dei due sembrava Richard O'Brien ai tempi del Rocky Horror Picture Show, solo piu' grosso e piu' scontroso.
Quando, infine, tinsero la porta d'ingresso color rosso-lacca non osai replicare, ma due grossi lacrimoni mi rigarono le guance.
Per placare la mia ira, mio marito provo' a convincermi che, sicuramente, si trattava solo di antiruggine - sul legno??- e che si', presto, la porta avrebbe avuto un colore consono alla tonalita' rosa pastello delle pareti esterne.
Le settimane passavano, uguali e noiose, con le richieste d'amicizia su Facebook di gente ignota o incontrata di sfuggita vent'anni prima al mattino ed il gelato honeycomb e le repliche sottotitolate di Friends al pomeriggio. Mi tenevo occupata sfornando compulsivamente pane e dolci e compromettendo seriamente il mio peso-forma.
Alice cresceva a vista d'occhio e mi rallegrava le giornate quel tanto che bastava ad accantonare l'idea di fare le valigie e saltare sul primo aereo per l'Italia.
Almeno una volta al giorno mi chiedevo quale peccato stessi espiando in quel purgatorio detached a due piani con giardino, ma proprio non riuscivo a darmi una risposta.
Dopo tre tentativi di uscita a passeggio miseramente falliti, rinunciai: come ficcavo Alice nel Quinny - una specie di fuoriserie nella sua categoria - cominciava ad urlare che pareva posseduta da Vittorio Sgarbi e, dopo i quattordici minuti e trentatre' secondi occorrenti per fare a piedi il giro completo del paese, mi rassegnavo a portarla in braccio ed a spingere fino a casa il passeggino vuoto.
Arrivo' l'inverno e la casa rivelo' un altro aspetto di se' che mi fece pregare ardentemente affinche' il padrone di casa contraesse una o piu' malattie veneree: era gelida.
Riuscivamo a non assiderarci soltanto tenendo il riscaldamento acceso a manetta e, appena provavamo a spegnere, la casa ripiombava quasi istantaneamente in un freddo polare.
Dopo aver rabboccato il carburante dell' enorme serbatoio (a botte di duecento euro a volta) per ben due volte in un mese, ci colse l'atroce sospetto che ci fosse una perdita nell'impianto, dubbio suffragato dagli atroci miasmi di petrolio provenienti dalla lavanderia.
Intimai a Raniero di chiamare il landlord e lui, nella sua immensa misericordia, ci mando' un idraulico.
I plumbers irlandesi sono figure mitologiche antropomorfe con la Guinnes al posto del sangue e le capacita' intellettive di un'ameba marcia.
Questo genio dell'idraulica, dopo un'attenta analisi, mi disse che la puzza del pianterreno era certamente candeggina.
Il mio inglese incerto di allora non mi consenti' una pur legittima colluttazione verbale, quindi cercai di veicolare la mia furia omicida in un contraddittorio costruttivo. Gli feci notare che non c'era traccia di candeggina in casa e che doveva piuttosto trattarsi di una perdita. Lui mi fisso', espressivo come una cernia imbalsamata, ed annui'.
Chiaramente il proprietario non fece mai riparare l'impianto e immagino che abbia smesso di affittare quella casa per dedicarsi alla piu' redditizia attivita' di estrazione di petrolio dal giacimento formatosi, con il nostro decisivo contributo, nel sottosuolo del giardino.
A distanza di qualche anno, di tanto in tanto, mi scopro ancora ad augurare al padrone di casa - fervidamente e con tutto il mio cuore - di gettare il sangue...
L'umidita' ti entrava nelle ossa e sciupava anche la piu' ostinata delle messe in piega.
Stavamo in una enorme casa rosa al numero uno di Victoria Court, dove ho trascorso i sei mesi piu' deprimenti della mia vita.
Anzitutto avrei voluto incontrare il proprietario per chiedergli in seguito a quale memorabile hangover avesse deciso di posare la moquette in uno dei bagni al piano di sopra ed il linoleum e squallide tende verticali nella camera da pranzo.
Immaginavo che la tipa dell'agenzia immobiliare, che aveva rifilato quel clamoroso pacco a mio marito, fosse una sventola coi fiocchi, visto che lui pareva non essersi accorto del fatto che non ci fosse la lavastoviglie, che il forno ignorasse completamente l'esistenza dei detergenti e che il bagno del pianterreno sprigionasse costantemente un sinistro puzzo di cherosene.
Per di piu' una bella mattina, mentre ero al piano di sopra ad allattare Alice, mi ritrovo per casa due individui che, senza dire una parola, tirano fuori i pennelli e si mettono a tinteggiare gli infissi. Uno dei due sembrava Richard O'Brien ai tempi del Rocky Horror Picture Show, solo piu' grosso e piu' scontroso.
Quando, infine, tinsero la porta d'ingresso color rosso-lacca non osai replicare, ma due grossi lacrimoni mi rigarono le guance.
Per placare la mia ira, mio marito provo' a convincermi che, sicuramente, si trattava solo di antiruggine - sul legno??- e che si', presto, la porta avrebbe avuto un colore consono alla tonalita' rosa pastello delle pareti esterne.
Le settimane passavano, uguali e noiose, con le richieste d'amicizia su Facebook di gente ignota o incontrata di sfuggita vent'anni prima al mattino ed il gelato honeycomb e le repliche sottotitolate di Friends al pomeriggio. Mi tenevo occupata sfornando compulsivamente pane e dolci e compromettendo seriamente il mio peso-forma.
Alice cresceva a vista d'occhio e mi rallegrava le giornate quel tanto che bastava ad accantonare l'idea di fare le valigie e saltare sul primo aereo per l'Italia.
Almeno una volta al giorno mi chiedevo quale peccato stessi espiando in quel purgatorio detached a due piani con giardino, ma proprio non riuscivo a darmi una risposta.
Dopo tre tentativi di uscita a passeggio miseramente falliti, rinunciai: come ficcavo Alice nel Quinny - una specie di fuoriserie nella sua categoria - cominciava ad urlare che pareva posseduta da Vittorio Sgarbi e, dopo i quattordici minuti e trentatre' secondi occorrenti per fare a piedi il giro completo del paese, mi rassegnavo a portarla in braccio ed a spingere fino a casa il passeggino vuoto.
Arrivo' l'inverno e la casa rivelo' un altro aspetto di se' che mi fece pregare ardentemente affinche' il padrone di casa contraesse una o piu' malattie veneree: era gelida.
Riuscivamo a non assiderarci soltanto tenendo il riscaldamento acceso a manetta e, appena provavamo a spegnere, la casa ripiombava quasi istantaneamente in un freddo polare.
Dopo aver rabboccato il carburante dell' enorme serbatoio (a botte di duecento euro a volta) per ben due volte in un mese, ci colse l'atroce sospetto che ci fosse una perdita nell'impianto, dubbio suffragato dagli atroci miasmi di petrolio provenienti dalla lavanderia.
Intimai a Raniero di chiamare il landlord e lui, nella sua immensa misericordia, ci mando' un idraulico.
I plumbers irlandesi sono figure mitologiche antropomorfe con la Guinnes al posto del sangue e le capacita' intellettive di un'ameba marcia.
Questo genio dell'idraulica, dopo un'attenta analisi, mi disse che la puzza del pianterreno era certamente candeggina.
Il mio inglese incerto di allora non mi consenti' una pur legittima colluttazione verbale, quindi cercai di veicolare la mia furia omicida in un contraddittorio costruttivo. Gli feci notare che non c'era traccia di candeggina in casa e che doveva piuttosto trattarsi di una perdita. Lui mi fisso', espressivo come una cernia imbalsamata, ed annui'.
Chiaramente il proprietario non fece mai riparare l'impianto e immagino che abbia smesso di affittare quella casa per dedicarsi alla piu' redditizia attivita' di estrazione di petrolio dal giacimento formatosi, con il nostro decisivo contributo, nel sottosuolo del giardino.
A distanza di qualche anno, di tanto in tanto, mi scopro ancora ad augurare al padrone di casa - fervidamente e con tutto il mio cuore - di gettare il sangue...
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RispondiElimina:D
Non so perché ti leggo e piango per me stessa...
RispondiEliminaBeh, come ho avuto gia' modo di dirti personalmente, i primi tempi da emigrante non sono proprio facili. Pero' ci sono tantissimi modi per tenersi impegnate e, soprattutto, per trarre il massimo vantaggio da questa situazione: anzitutto, non dovendo - almeno nella fase iniziale - andare a lavoro, potrai dedicare il tuo tempo a qualcosa che avresti sempre voluto fare e che non hai fatto per mancanza di tempo. Potrai reinventarti ed imparare bene una lingua straniera. Vedrai che, appena comincerai a conoscere gente (la cosa e' praticamente istantanea, se ti lanci e non ti tappi in casa come facevo io ad Ennis) ti renderai conto che stai riacquisendo una tua dimensione e ti sentirai carica di entusiasmo ed energia. E poi, quando sentirai che Andrea comincia a parlare in inglese, benedirai mille volte la sorte fortunata che ti ha portato li'. Sii forte e positiva, ricorda che tuo marito si sentira' responsabile ed avvertira' il peso di qualunque tuo disagio e che non ce la fara' senza il tuo sostegno.
RispondiEliminaE, se ti puo' consolare, se hai un problema, un dubbio od hai semplicemente bisogno di sbraitare con qualcuno, mi troverai sempre su skype. Tra l'altro Berlino e Londra sono distanti un'ora d'aereo...
Così poco???? Beh allora ti vengo a trovare tutti i giorni!!! Ci metterei meno tempo che ad andare a lavoro!!!!
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